IL DUOMO DI COMO
AUTORE: vari nel corso dei secoli, tra i principali Filippo Juvara (architetto dei Savoia)
TITOLO: Duomo di Como
PERIODO: 1396-1770
UBICAZIONE: Como
DEDICATA: Santa Maria Assunta
DIMENSIONI: 87x36-56x75h
Il Duomo è trinavico e sormontato da una cupola; all’interno troviamo arazzi del XVI e XVII secolo eseguiti a Ferrara, Firenze e Anversa e dipinti del 1500 di Berardino Luini, Gaudenzio Ferrari e del Morazzone. Le vetrate del 1800 sono state realizzate su disegno di Giuseppe e Pompeo Bertini. La Cattedrale di Como è l’ultima chiesa gotica costruita in Italia. I lavori cominciarono nel 1396 su un progetto di Lorenzo degli Spazzi di Laino d’Intelvi, con la collaborazione di Pietro di Breggio e vennero conclusi nel 1770 con la costruzione della maestosa cupola dell’architetto Filippo Juvara. Il duomo racchiude in se una moltitudine di stili egregiamente miscelati fra loro del corso dei secoli. L’edificio sorse sui resti della chiesa di Santa Maria Maggiore del IX secolo e per molti anni i lavori andarono a rilento con numerose interruzioni.
· Nel 1452 si cominciarono a gettare le fondamenta dei piloni delle navate;
· Nel 1447 venne edificata la facciata su un disegno dell’architetto comasco Florio de Bontà, cui poi successe nel 1463 il milanese Luchino Scarabota;
· Nel 1487 sotto la guida di Tomaso Rodari da Maroggia si elevarono le cappelle laterali;
· Nel 1503 Rodari poneva le fondamenta del coro, successivamente concluso nel 1596 con anche le sacrestie
· Tra il 1627 e il 1640 sorse la cappella dell’Assunta;
· Tra il 1653 e il 1665 sorse la cappella del Crocefisso;
· Nel 1730 cominciarono i lavori per la cupola ad opera di Filippo Juvara su disegno degli architetti: A. Biffi, F. Castello e C. Fontana di Bruciato.
LA FACCIATA
La facciata venne costruita tra il 1447 e il 1498. Ora appare allineata al Broletto e alla torre civica, questo particolare non è comunemente riscontrabile in altre località poiché, abitualmente luoghi religiosi e civili si fronteggiavano nelle piazze. E’ una facciata a salienti, sormontata da pinnacoli tipici elementi gotici.
Originariamente, nel medioevo i rilievi sulla facciata erano la continuazione dei dipinti o sculture all’interno dell’edificio, e il Duomo non faceva eccezione. Questo aveva la funzione di narrare le storie bibliche al popolo principalmente analfabeta. La struttura trinavica della chiesa è ripresa anche sulla facciata tripartita e di stile gotico italiano (andato diffondendosi grazie ai Maestri Comacini). E’ suddivisa verticalmente da quattro lesene riccamente decorate da sculture. La zona centrale racchiude il portone principale strombato, il rosone, due finestre allungate e due edicole al cui interno risiedono le statue a tutto tondo degli scienziati: Plinio il Vecchio e del nipote Plinio il Giovane, onorevoli concittadini comaschi vissuti nel I secolo.
In corrispondenza delle navate laterali, sulla facciata si trovano gli ingressi minori, anch’essi strombati, sormontati da due finestroni allungati, tipico elemento gotico.La maggior parte delle sculture della facciata sono opere da imputare a Amurgo da Lurago o alla sua scuola. Le sculture sono alcune in stile gotico, altre rinascimentali. Nella lunetta del portale principale vi è rappresentata l’ adorazione dei Magi: si noti lo sfondo a basso rilievo, mentre i protagonisti ne sono completamente staccati Al di sopra del portale sono presenti due tondi raffiguranti Adamo ed Eva.
Sopra al portale risiedono cinque statue poste in una specie di loggiato, come a formare un polittico cuspidato. All’interno di nicchie raggiate vi sono: al centro Maria con ai lati San Giovanni Battista e Sant’Abbondio (patrono e protettore della città), le nicchie più esterne sono occupate dai Santi Proto e Giacinto. Sopra questa opera vi è un altro tondo di stile gotico, con raffigurato un giovinetto: alcuni lo interpretano come la personificazione dello Spirito Santo.
Intorno al rosone vi sono tre edicole raffiguranti: ai lati l’Arcangelo Gabriele l’una e la Vergine l’altra, mentre sopra, nell’edicola minore vi è la Resurrezione. Sopra al rosone è situata un’altra edicola al cui interno e scolpita la figura di Dio Padre.
Significato dell’opera
Nella parte centrale della facciata si nota la gerarchia della scena che, partendo dal basso con i proto genitori si eleva fino a giungere in cima con la figura di Dio; questo è il percorso che tutti gli uomini evono compiere per poter aver salva la vita. Inoltre al presenza delle scene della vita di Maria sopra i portali ci fa capire che lei è l’ingresso per il Regno di Dio.
PLINIO IL VECCHIO E PLINIO IL GIOVANE
La facciata ha un altro curioso particolare: la presenza di due personaggi pagani ai lati del grande portale: Plinio Il Vecchio e Plinio il Giovane. Vissero più di 2000 anni fa e furono uomini di grande ingegno, di animo retto , onesti e generosi. L’opera più famosa di Plinio il Vecchio fu “Storia Naturale” (colossale pera scientifica in 37 volumi). Morì sotto la terribile eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., spinto dal suo profondo amore per la scienza, a studiare troppo da vicino quello straordinario fenomeno della natura. Così il nipote Plinio il Giovane, scienziato egli stesso, curò le opere lasciate dallo zio e citandolo come un eroe.
Plinio Il Vecchio Plinio Il Giovane
INTERNO
L’interno è diviso in tre navate scandite fra loro da dieci pilastri cruciformi, con archi ogivali di differente ampiezza e volte a crociera, che marcano gli interassi di spazi diversi.
ARAZZI
I nove arazzi risalgono al 1500 e sono opere di Firenze, Anversa e Ferrara.
ALTARE
AUTORE: ignoto
TITOLO: altare maggiore
PERIODO: 1728
MATERIALE: marmo, onice, bronzo
E’ di stile barocco ed è fronteggiato dall’antico altare della chiesa di Santa Maria Maggiore del 1317 decorato dai Maestri campionesi.
TITOLO: altare di Sant’Abbondio
Ai lati di questo splendido altare dorato troviamo le opere di Bernardino Luini
TITOLO: Altare di San Gerolamo
Quest’altare è riconducibile a Bernardino Luini dato che si scorge la sua firma sull’ultimo gradino del trono della Vergine.
DIPINTI
In corrispondenza delle navate minori troviamo dipinti di Bernardino Luini, di Gaudenzio Ferrari e del Morazzone.
AUTORE: Bernardino Luini
TITOLO: L’Epifania o Adorazione dei Magi
PERIODO: 1490-1532
AUTORE: Bernardino Luini
TITOLO: Lo sposalizio della Vergine
PERIODO: 1475-1546
AUTORE: Morazzone
TITOLO: Stendardo di Sant’Abbondio
Quest’opera è un dipinto impreziosito da un fine ricamo.
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