Duomo di Como
Storia:
Il Duomo di Como sorge in un luogo poco distante dalla riva del lago, vicino all’antico Vescovado.
Nasce nel periodo in cui Como funge da collegamento tra il Nord Europa e l’Italia come “figura” di una particolare visione della fede legata alla Vergine Assunta e nel periodo in cui vediamo operare i Maestri Comacini.
Il popolo della città è in ascesa come la Santa Maria Assunta e a sottolinearlo è il marmo inciso con le parole “Tempio di Maria Vergine”.
I lavori del Duomo iniziano nel 1396 con un primitivo piano di restauro della Cattedrale di S. Maria Maggiore (sec. XI); la conclusione risale al 1770 con l’elevazione della cupola opera di F. Juvara.
Il Duomo sorge sul territorio nel quale già si trovava la chiesa di Santa Maria Maggiore affiancata dal Broletto che con la chiesa di San Giacomo creava un unico complesso.
Ciò che rimano oggi del Broletto è solo la facciata di un edificio in origine quadrilatero.
Durante gli scavi vennero ritrovate alcune fondazioni che si pensò appartenessero alla parte mancante del Broletto ma in seguitosi capì che in quella posizione si trovava il campanile di Santa Maria Maggiore, poi distrutto per fare posto all'ampliamento della chiesa.
Colpito da un fulmine nel novembre 1990, il Duomo di Como è stato oggetto di una vasta campagna di restauri, finalizzati alla valorizzazione dell’intero complesso.
Una delle sue caratteristiche predominante è l’armoniosa fusione tra gli stili: il tardogotico della facciata e il rinascimentale dei lati, del capocroce e delle absidi esterne.
Facciata:
Facciata |
Autore: progetto di Fiorino da Bontà, eseguita da Amuzio da Lurago e dal milanese Luchino Scarabota
Periodo: 1447-98
Materiale: marmo
La facciata del Duomo di Como s'impone per la sua mole ma soprattutto per l'armonica fusione dei vari stili.
Si presenta in stile gotico italiano fondato su una struttura a salienti.
L’aspetto esteriore preannuncia l’organizzazione dello spazio interno e delle analogie con la facciata del Duomo di Milano e con quella della chiesa di Sant Agostino a Como.
È divisa verticalmente in tre parti da due lesene terminanti in due pinnacoli.
Le lesene sono decorate da diverse nicchie poste l’una sull’altra con all’interno delle figure di Santi.
Nelle due ali ribassate troviamo un portale d’ingresso strombato e una finestra lanceolata ciascuna.
La parte centrale presenta l’ingresso principale (sempre strombato) affiancato da due piccole edicole e sormontato da un arco a tutto sesto cieco nel quale sono inserite delle sculture al’interno di cuspidi.
Affianco vi sono altre due finestre lanceolate.
Ancora più in altre troviamo il rosone affiancato da due piccole edicole e sormontato da altre due. Al termine vi è una guglia.
I profili sono decorati da degli archetti pensili.
Se a partire dal rosone si immagina di tracciare un cerchio ad esso concentrico, che passi per il tondo in cui è rappresentato lo Spirito Santo, si ottiene il vertice delle finestre centrali, mentre con un altro cerchio concentrico passante per la sommità dell'edicola con la Trinità si trova il vertice delle finestre laterali, infine con un altro cerchio passante sulla sommità della guglia centrale è possibile individuare la posizione delle due porte d'ingresso laterali.
Sculture della facciata:
Autori: Giovanni (padre), Bernardino, Jacopo e Tommaso (figli) Rodari da Maroggia;
Amunzio da Lurago
Ai lati del portale d’ingresso sono rappresentati i due laici comaschi più famosi dell’epoca romana: Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane.
La maggior parte delle sculture sono in stile gotico come la facciata ma vi sono delle influenze rinascimentali come la rappresentazione quasi a tuttotondo.
In alto al portale sono presenti due piccoli tondi rappresentanti Adamo ed Eva e al di sopra, incorniciate nelle cuspidi, sono rappresentate le figure di cinque Santi; al centro la Vergine e ai lati San Giovanni Battista e Sant’Ilario.
L’edicola sopra il rosone rappresenta Dio, mentre quelle ai lati l’arcangelo Gabriele e la Vergine.
L’ultima edicola in alto dà una rappresentazione finale della Trinità.
Al di sopra del portale e delle porte d'ingresso laterali, sono presenti delle lunette in cui sono rappresentate scene della vita di Maria: al centro sopra il portale è rappresentata l'adorazione dei magi, mentre le altre scene rappresentano la visita di Maria ad Elisabetta, la presentazione al tempio, la fuga in Egitto;
le due edicole sopra il rosone mostrano invece l'annunciazione.
Da questa analisi è possibile risalire a una lettura che parte dallo stadio terreno e si eleva via via verso quello divino fino a culminare in Dio e nella Trinità.
Da questa analisi è possibile risalire a una lettura che parte dallo stadio terreno e si eleva via via verso quello divino fino a culminare in Dio e nella Trinità.
Porta della rana |
Alla base sono rappresentato gli uomini comuni (Plinio in Vecchio e il Giovane), poi vi sono i progenitori, i santi ed infine la divinità.
Il portale laterale rivolto verso il lago è conosciuto in città come ‘porta della rana’ (per la scultura, decapitata all’inizio del Novecento, di un piccolo anfibio che si protende verso una farfalla), è probabilmente il preferito dai comaschi.
Nella lesena di sinistra, in direzione del lago, è rappresentato S. Cristoforo, protettore dei viaggiatori e, a fianco, con bastone e cappa, San Giacomo, pellegrino e viaggiatore per eccellenza, entrambi rivolti verso del lago. Sulla lesena di destra invece troviamo S. Francesco e, vicino, altri monaci francescani,ciò perché in quella direzione si trovavano alcuni monasteri francescani.
Lo stesso è per altri santi fondatori di altri ordini monastici, presenti nella città.
Edicola con l'Arcangelo Gabriele |
Edicola con Dio Padre |
Edicola con Madonna |
Edicola con Trinità |
Visione d'insieme con rosone |
Interno e opere:
http://como-lake.arounder.com/it/chiese/duomo-di-como/duomo-di-como-interno.html
(qui è possibile visitare virtualmente il Duomo internamente ed esternamente)
Interno |
L’interno è diviso in tre navate, due laterali e una centrale divise attraverso colonne polistili che definiscono una successione di archi a sesto acuto. Nella zona di tribuna troviamo quattro archi a tutto sesto e una grande cupola, che precede la zona absidale progettata da Cristoforo Solari, decorata a lacunari come il resto delle volte a ogiva che ricoprono tutto il soffitto.
La navata centrale ospita il Battistero di Leonardo da Carona del XVI sec. e nove arazzi rinascimentali delle officine ducali di Ferrara, Firenze, e delle Fiandre.
Copertura |
Anche le navate laterali presentano diverse opere romaniche e scultoree di T. Rodari, tele di G. Ferrari e di B. Luini.
Cupola della zona di tribuna |
Fra i dipinti troviamo:
-“I santi Sebastiano e Cristoforo” nella’altare della navata destra;
-“ Due profeti”, e lo “Sposalizio della Vergine” di Gaudenzio Ferrari sormontano l’opera sopra menzionata;
-“Epifania” e la “Fuga in Egitto” accanto all’altare dedicato a Sant’Abbondio;
-“ Pala Raimondi” di Luini, sulla parete destra del transetto.
L’altare (del 1728) si trova a fronteggiare quello antico della chiesa di Santa Maria Maggiore (del 1317).
Arazzi:
In questo arazzo notiamo le lumeggiature ottenute mediante il colore oro e argento (nel manto della Vergine e di alcuni personaggi). Le figure si dispongono attorno alla Vergine in due gruppi e rivolgono lo sguardo verso l’alto nel quale vi è l’apparizione. La luce del cielo si staglia sulla superficie in raggi dorati.
Questo arazzo risulta essere stilisticamente diverso dal precedente in quanto presenta sostanziosi richiami al tardogotico. I principi prospettici non sono applicati e così sfondo e primo piano risultano essere piatti , uno sull’altro. Nella vegetazione verdeggiante due gruppi separati di figure sono nell’atto di banchettare. Anche qui troviamo le lumeggiature impreziosite dall’oro.
Dipinti:
Altare di San Gerolamo
Autore: Bernardino Luini
Altare di San Gerolamo |
L’opera risulta tripartita orizzontalmente: la prima fascia comprende i primi due gradini dell’altare ed il bambino che suona la cetra; la seconda è in corrispondenza della testa della Vergine e l’ultima comprende i tre puttini.
Notiamo come ci sia un accenno alla struttura piramidale tra i personaggi.
La Vergine e il bambino campeggiano al centro della composizione mentre i puttini in alto, danzanti, donano dinamicità rispetto alla parte sottostante.
Spicca il colore rosso del manto del committente e del personaggio astante a sinistra rispetto ai colori scuri tendenti al rosso scarlatto e al marrone di tutta la composizione.
Sotto questa Sacra Conversazione si trovano altre scene dipinte.
Sposalizio della vergine
Autore: Bernardino Luini
Periodo: 1475-1546
Sposalizio della Vergine |
Si noti come ci sia una forte somiglianza con lo “Sposalizio della Vergine” di Raffaello e di quello di Pietro Perugino.
Quest’ultimo, la cui opera risale al 1499(1505), potrebbe essersi ispirato alla disposizione dei personaggi del Luini per la sua opera.
Possiamo vedere un’isocefalia dei personaggi. I colori sullo sfondo sono più scuri rispetto a quelli più caldi e brillanti del primo piano (come era tipico della pittura veneta di questo periodo). Predominano i due complementari: il verde e il rosso che diviene più rosato sulla Vergine.
Alcuni personaggi sono nell’intento di spezzare le verghe; essi sono i pretendenti respinti che la spezzano come si soleva fare nella cultura ebraica.
Epifania o Adorazione dei Magi
Autore: Bernardino Luini
Periodo: 1490-1532
In quest’opera possiamo notare la resa prospettica meno realistica, di impronta leggermente tardogotica. La linea è molto grafica ed i colori risultano scuri e con chiaroscuri non sfumati e forti, simili a quelli che saranno tipici di Sebastiano del Piombo.
È divisibile in due spazi: quello inferiore affollato e quello superiore più areoso.
Epifania o Adorazione dei Magi |
In quest’opera notiamo una struttura piramidale accentuata anche oltre il dipinto dai due angioletti appesi sulla parete. I due committenti si trovano sottodimensionati e genuflessi come era solito rappresentarli; ai lati della Vergine ed il bambino, entrambi coronati, troviamo due santi che invitano ad alzare lo sguardo verso l’alto nel quale è rappresentata la Vergine ed altri santi tra le nuvole. L’invito a sollevare lo sguardo richiama Masaccio con la sua Trinità in Santa Maria Novella (Firenze) del 1527, dove anche la qui la Vergine spinge lo sguardo verso Dio.
Nella parte centrale vi è un particolare che preannuncia il destino del bambino; in un tondo è rappresentato Cristo probabilmente già durante la sua passione.
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