SANTUARIO DELLA MADONNA DEI MIRACOLI
Origini-Architettura-Decorazioni
ORIGINI
Il Santuario della Madonna dei Miracoli venne edificato nel 1554 ed è il simbolo principale della fede Canturina e della protezione divina.
Posto al di fuori del tracciato delle mura del borgo di Cantù, lega la sua origine ad un episodio miracoloso avvenuto nel 1543. Fuori la porta di Campo Rotondo (l’odierna piazza degli Alpini) era presente un pilastro su cui era dipinta l’immagine della Santa Madonna Bella che le anime devote dei viandanti e degli abitanti del luogo erano solite adorare.
Intorno a questo periodo la popolazione era stremata e disperata a causa della tremenda carestia che aveva colpito la zona. Si narra che Angiolina della Cassina Novello, intenta a pregare per la fine della carestia, abbia avuto un’apparizione di Maria, vestita di un manto bianco, la quale le disse di andare in paese e avvisare che era tempo di mietere. Con grande stupore e gioia tutti andarono a raccogliere le messi e la miseria terminò.
PREGHIERA
O Maria, piena di grazia, immacolata, sempre vergine, Madre del Cristo, e nostra, assunta in cielo, modello della Chiesa e nostra speranza, noi ti offriamo la nostra filiale volontà di onorarti con un culto speciale che riconosca le meraviglie di Dio operate in te.
Maria, ti preghiamo: insegnaci il raccoglimento, l'interiorità, insegnaci la necessità della meditazione, della vita interiore personale, della preghiera che Dio vede nel segreto. Maria, insegna a noi l'amore. L'amore a Cristo, l'amore dono, l'amore sacrificio per i fratelli. Aiutaci ad amare così.
Ottieni a noi, o Maria, la fede, la fede semplice, piena e forte, attinta alla sua fonte verace, la parola di Dio. E poi, o Maria, chiediamo al tuo esempio e alla tua intercessione la speranza. Speranza nostra, salve! Tu sei, Maria, immagine e inizio della Chiesa, segno di certa speranza e di consolazione. O Maria, Madre della Chiesa. (PAOLO VI)
Interno |
ARCHITETTURA
Periodo: 1554
Ubicazione: fuori del tracciato delle mura del borgo di Cantù, fine Viale alla Madonna
In origine il Santuario della Madonna dei Miracoli si presentava diviso in tre navate coperte da volte sorrette da pilastri probabilmente quadrangolari.
La volta centrale appariva rialzata rispetto a quella che possiamo oggi ammirare perché venne ricostruita nel 1843, dall’architetto Giacomo Moraglia a causa di un crollo dovuto al cedimento di un pilastro nel 1837.
In questa medesima occasione dovette essere ricostruita anche la facciata ad opera dell’architetto Italo Zanoli.
L’accesso dalla strada era consentito mediante tre porte.
La navata centrale era illuminata da quattro finestre mentre il presbiterio da due.
Un arco pari a quello che immetteva i fedeli dalla chiesa alla cappella grande dava accesso a una cappella minore rettangolare dove si trovava il murellucchio, su cui appariva l’Immagine Sacra, inquadrata da una cornice dipinta e dorata e protetta da vetro a modo di icone.
La cappella era decorata da una vetrata rappresentante la Vergine Assunta; il resto del Santuario era poi rivestito da affreschi.
Nella seconda metà del ’800 un altro crollo, portò alla ricostruzione dell’esterno del presbiterio, che fu però abbellito con degli stucchi, dei bassorilievi, degli ornamenti e opere pittoriche ancora dell’architetto Moraglia e, sempre in questa occasione, l’immagine della Madonna Bella fu spostata sull’altare maggiore, in marmo bianco, opera del Calvi.
FACCIATA
Autore: Italo Zanoli
Periodo: 1843
La facciata si presenta si presenta mediante un assetto classicheggiante.
La parte inferiore è tripartita da delle lesene: una per i due lati e due coppie centrali.
Presenta tre accessi, uno maggiore centrale e due minori laterali, timpanati.
Una cornice dentellata divide la parte inferiore da quella superiore decorata con pinnacoli, una nicchia centrale nella quale è inclusa la rappresentazione dell’Immacolata Concezione in stile Barocco.
Una croce che campeggia sulla cima.
DECORAZIONI: AFFRESCHI
Le magnifiche decorazioni che adornano il Santuario della Madonna Bella furono commissionate da San Carlo Borromeo che in seguito alla visita pastorale nell'ottobre del 1570 notò la mancanza di opere.
Così, nel 1637-38, la Cappella grande venne dipinta dal pittore milanese Giovanni Mauro della Rovere, detto il Fiamminghino, che realizzò una serie di affreschi stilisticamente affini alla pittura del Morazzone e del Procaccini.
CUPOLA
Autore: Giovanni Mauro della Rovere detto il Fiamminghino
Periodo: 1637-38
L’affresco della cupola è dedicato all’Assunta. Si presenta strutturato su una pianta rettangolare mistilinea. La verticalità e la spinta verso il cielo azzurro sono enfatizzate dalla prospettiva di un finto porticato laterale suddiviso in otto parti, inquadrato dal basso che ricorda la lezione del Correggio con la Cupola del Duomo di Parma.
Nella zona centrale campeggia la Vergine circondata da putti festanti e dai profeti Ezechiele, Geremia, Isaia, Mosè, il Re Davide e il Re Salomone assisi sul trono.
Posti a decorazione delle pareti laterali dell’altare vi sono due rappresentazioni: La visita dei Re Magi (a sinistra) e Le nozze di Cana (a destra).
L'Assunzione della Vergine |
LE PARETI DEL CORO
PARETE VERSO IL CORO
L’arcata ha un fregio dipinto con angeli che reggono i simboli della Passione. Sopra le due lesene, gli angeli mostrano invece i simboli delle Litanie Lauretane e risaltano sopra un finto mosaico a tessere d’oro. Nel sott’arco vi sono eleganti stucchi e lungo le lesene scendono a coppia rami di rose e di gigli legati da nastri cadenti.
L’arco centrale è decorato da una targa, sulla quale si staglia lo Spirito Santo, mentre fra il cornicione e l’arco è rappresentata l’Annunciazione di Maria Santissima.
PARETE DESTRA
“Le Nozze di Cana”
Predilige i contrasti complementari, le ombre misurate e gli spazi dilatati, secondo i principi della riforma di Borromeo e l'influenza dell’arte spagnola che porta ad esasperare gli atteggiamenti e le passioni.
Vi è una ricerca del dinamismo e conversazioni silenziose fatte di sguardi, di pensieri e di gestualità dei personaggi.
Vi è una ricerca del dinamismo e conversazioni silenziose fatte di sguardi, di pensieri e di gestualità dei personaggi.
La tavola imbandita, la servitù intenta a servire, gli invitati che conversano, i cagnolini che giocano suggeriscono una descrizione precisa del quotidiano dei nobili. Le statue semoventi all’interno delle nicchie richiamano quelle della “Calunnia” di Botticelli (1495, Uffizi) e, come loro, sembrano essere in ascolto dei vari discorsi.
Sono raffigurate le figure dei profeti Osea e Gioele e le due sibille laterali si interpretano come la Delfica e la Persica.
Vengono rappresentate le nozze di Cana nel momento in cui Gesù, seduto all’estrema sinistra della tavola, ordina ad un servo di riempire d’acqua le coppe vuote.
Vengono rappresentate le nozze di Cana nel momento in cui Gesù, seduto all’estrema sinistra della tavola, ordina ad un servo di riempire d’acqua le coppe vuote.
Alla fine del banchetto (preannunciato dai tre servi con piatti di formaggio, frutta e dolci) lo sposo inquieto guarda lontano dov’è seduto Gesù e la sposa osserva l’inquietudine negli occhi dell’amato.
LA PARETE SINISTRA
“La Visita dei Re Magi”
La “Visita dei Magi alla Sacra Famiglia” viene rappresentata all'interno di una capanna somigliante più ad una porzione di edificio od un portale di chiesa parzialmente crollato, composta da un rocchio di colonna, un ingresso ad arco ed una copertura in legno e paglia; intorno alla Sacra famiglia i Re Magi, dalle vesti coperte da mantelli preziosi di gemme e oro, sono nell’atto di porgere i loro doni.
Si può notare come anche in questo affresco vi sia la medesima descrizione precisa del quotidiano evidente nelle “Nozze di Cana”.
LA PARETE DI FONDO
Sulle pareti di sinistra e di destra sono rappresentati episodi che esaltano (eccezion fatta per il riquadro dedicato alla Strage degli innocenti) Maria protagonista: La visita a Santa Elisabetta, La presentazione al Tempio, I pastori alla Grotta, La fuga in Egitto, Il sogno di Giuseppe e La chiamata dei pastori. In particolare si possono notare sulla navata di sinistra “L’Incoronazione della Vergine”, di Camillo Procaccini e “L’Apparizione di Cristo a Santa Teresa”, di Carlo Grandon (sec. XVIII), donato al Santuario dal Canonico Torriani nel 1777.
LA NAVATA DI SINISTRA
"L'Inconorazione della Vergine"
Autore: Camillo Procaccini
LA NAVATA DI SINISTRA
"L'Inconorazione della Vergine"
Autore: Camillo Procaccini
E' dedicata alla Vergine che si trova in ginocchio su nubi corpose illuminate dall’alto.
Dio e Cristo la incoronano e sopra di lei lo Spirito Santo, innalzato, squarcia le nubi e illumina la scena.
In basso, poste a sinistra e a destra sopra due piatti, le teste mozzate di Pietro e Paolo con i rispettivi attributi (le chiavi e la spada).
In mezzo alle due teste, in un’atmosfera di crepuscolo morente, si vede un paesaggio collinoso con alcuni edifici, che non si identificano essere di Cantù.
Di notevole impatto è il contrasto che si crea tra l'atmosfera dorata che irradia la parte superiore del dipinto e quella tenue e crepuscolare nella parte inferiore.
"L'Apparizione di Cristo a S. Teresa"
Autore: Carlo Grandon
Autore: Carlo Grandon
L'opera rappresenta Santa Teresa nell'atto di pregare al centro della composizione affiancata dalla figura di Cristo che compie un gesto imperioso indicando alla Santa di levare lo sguardo verso l'alto nel quale viene rappresentata la grazia divina, il Paradiso. La parte superiore è popolata da putti ed angeli e distinguiamo la figura della colomba con la quale si viene a creare il concetto di trinità dove la presenza di Dio si suppone che sia aldilà di ciò che è possibile vedere nella rappresentazione come aveva già fatto Masaccio nella "Cacciata dei Progenitori", nella Cappella Brancacci della Chiesa fiorentina di Santa Maria del Carmine, dove si intuisce che il Creatore si trovi al di là del limis.
Curiosità:
Recentemente è stato ritrovato un affresco, finora sconosciuto, del Fiamminghino che si estende su una superficie di sei metri per tre, nell'intercapedine tra la volta affrescata tra il 1637 e il 1638 e la cupola.
Purtroppo l’affresco non è più in buone condizioni e, per ora, non è stato possibile rimuoverlo per condizioni di sicurezza e stabilità dello stesso santuario.
Gli unici due modi per poter ammirare ciò che ne rimane è la costruzione di un ponteggio che permetta di raggiungere l’altezza della cupola, rimuovere la lastra sulla quale è impressa la Madonna Assunta e guardare all’interno; oppure raggiungere la cupola dall’esterno ed entrare attraverso una porticina che, però, per tutto questo tempo è stata rifugio dei volatili. Entrambe sono operazioni pericolose sia per l’incolumità di chi ha volontà di vedere l’affresco sia per la decorazione attuale della cupola.
Giulio Maspero, responsabile della sicurezza durante il restauro del 2008, ha ricostruito la storia di questo tesoro nascosto ipotizzando che, probabilmente, faceva parte dell'affresco della vecchia facciata, prima del crollo dell’Ottocento.
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