domenica 1 maggio 2011

MARTINA AVATI




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Esterno
 
















Il Santuario venne edificato nel 1554 dopo un periodo di carestia che coinvolse tutta la Brianza; i Canturini afflitti dalla miseria e dalla fame invocarono aiuto alla Madonna Bella. La Santa accolse le preghiere e compì il Miracolo.











 




Il dipinto della Madonna Bella è posto nella parte superiore dell’altare; la Vergine è seduta su un trono ligneo e sul grembo tiene il bambino, al quale porge il suo seno destro. Il trono tricuspidato è di modi gotici e la sua ricca stoffa sottolinea anche un raffinato gusto decorativo. Ai lati del trono in alto si affacciano due piccoli angeli, di cui uno suona il liuto.









PARTE ARCHITETTONICA

La chiesa ha un impianto a tre navate sormontate da volte; queste sono sorrette da pilastri a pianta quadrata. La volta di mezzo oggi è più bassa di circa 2 m e mezzo rispetto al passato.
In corrispondenza della navata centrale è situata la cupola a base rettangolare, sorretta da quattro colonne a capitello corinzio.
La facciata è di stile classicheggiante; la parte inferiore è caratterizzata da 3 portali divisi da lesene mentre in quella superiore troviamo al centro una nicchia raggiata dentro cui si trova la statua dell’Immacolata, di gusto barocco.


PARTE PITTORICA

Nel 1570 S. Carlo visitò la chiesa e vedendo la povertà dell’ambiente raccomandò ai Canturini di affrescare la Cappella Grande. L’opera fu commissionata al pittore Giovanni Mauro della Rovere, detto il Fiammenghino nel 1637. Anche la volta maggiore fu affrescata così come i pilastri furono decorati, ma sono andati perduti nella demolizione dopo la rovina del 1837. L’unico dipinto del Fiammenghino rimasto rappresenta gli Apostoli al sepolcro della Vergine nel sottotetto della navata principale  e sopra la parete tra chiesa e presbiterio.

La cupola si imposta su una pianta rettangolare; qui il Fiammenghino raffigura il tema della Assunta, come aveva già fatto a Varese nel Santuario della Madonna del Monte. A Varese però la composizione ha poco slancio mentre a Cantù emana una notevole spinta ascensionale.
Maria è rappresentata al centro della cupola, circondata da una corona di putti sopra delle nuvole; è dipinta sopra una lastra di metallo perché probabilmente doveva essere collocata una lanterna.
Il porticato è diviso in 8 scomparti, di cui 4 sono rientranti rispetto agli altri 4.
Due degli scomparti rientranti sono in curva, con la trabeazione sostenuta da una colonna centrale e chiusi in basso davanti da una balaustra. Entrambi hanno 3 putti alati seduti sul parapetto che tengono rami di palme, di rose e di gigli.
Gli altri due scomparti rientranti hanno una volta che lascia intravedere il cielo; anche qui sulla balaustra troviamo due putti per parte, uno con la corona regale antica e l’altro con una corona di fiori.
Nei 4 scomparti rimanenti sono rappresentati solennemente i profeti Ezechiele, Davide, Geremia e Salomone sotto dei padiglioni sostenuti da colonne ioniche.
Le figure sono caratterizzate da una plasticità e una dinamicità di tipo michelangiolesca, così come i colori cangianti dei panneggi.
L'artista si ispirò anche alla "Cupola di San Giovanni Evangelista" di Correggio per l'effetto scorciato dei personaggi e illusionistico dello spazio

Volta

Agli appoggi della volta sopra la parte sottostante troviamo gli stucchi sobri e di elegante sapore tardo-cinquecentesco. Nei pennacchi sono raffigurate figure allegoriche; nella sottoposta porzione in ogni angolo del presbiterio sono rappresentati 8 putti seduti a coppia in ogni angolo del presbiterio con strumenti musicali. Nelle pareti di destra e di sinistra vi sono delle finestrelle mentre nelle altre due sono dipinti i santi Isaia e Mosè. Il cornicione ha un fregio rappresentante putti tra fiori e frutti.

L’arcata ha un largo fregio con dipinti angeli che reggono i simboli della Passione; sopra le due lesene invece gli angeli tengono i simboli delle Litanie Lauretane che risalgono grazie a un finto mosaico a tessere dorate sottostante.
L’arco nel mezzo presenta un targa su cui si libra lo Spirito Santo. Fra il cornicione e l’arco, nei due sganci è dipinta l’Annunciazione di Maria Santissima.
Il sottarco e le due lesene sono decorati elegantemente con rami di rose e gigli legati da nastri cadenti.


Nella parete del presbiterio di sinistra negli sguanci sono rappresentati i profeti Michea e Giona.
Sotto la ghiera dell’arco troviamo l’effetto illusionistico trompe l’oeil di una finestra aperta superioremente da due angioletti che cercano di volare dentro la chiesa. La finestra è affiancata dalla sibilla  Tiburtina e Eritrea.
Sotto il cornicione troviamo l’affresco dell’ Adorazione dei Magi.

titolo: "Adorazione dei Magi"
autore: Fiammenghino
data: 1637-38
collocazione: parete del presbiterio di sinistra
descrizione: Al centro è raffigurata la Sacra Famiglia, in un rudere classico con un fornice da cui si intravede la stalla. Un Re offre al Bambino la  mirra, il quale vi immerge le sue manine come atto simbolico di accettare la sua futura Passione.
Si avvicinano anche gli altri due che portano l’incenso e l’oro. I Magi sono accompagnati da una folla di uomini in cui si intravedono giullari, cavalieri orientali e paggi e animali come cani, cavalli, cammelli e 2 scimmie. Sullo sfondo si vede un corteo che giunge per accogliere il Messia.


Nella parete del presbiterio di destra negli sguanci sono raffigurati i profeti Osea e Gioele.
La finestra è affiancata dalla sibilla Persica e Delfica.
L’affresco di questa parete rappresenta le nozze di Cana.

titolo: "Le nozze di Cana"
autore: Fiammenghino
data: 1637-38
collocazione: parete del presbiterio di destra
descrizione: Viene rappresentato il momento in cui Cristo seduto all’estrema sinistra del tavolo ordina a un servo di riempire le giare d’acqua. La scena è ambientata in un nobile atrio dalle pareti decorate con colonne toscane, intercalate con nicchie e statue. Al centro della sala si innesta a T un altro ambiente anch’esso riccamente decorato.
La scena è occupata quasi interamente dal tavolo a cui siedono gli ospiti; essi stanno bevendo gli ultimi calici di vino e sono ignari di quello che sta succedendo. Lo sposo guarda inquieto verso Gesù mentre la sposa osserva lo sposo.
I personaggi indossano vestiti non convenzionali ma molto impreziositi come nei ritratti di epoca sforzesca.


Nel 1638 il Fiammenghino termina i suoi lavori nella Cappella Grande, che diventa poi presbiterio vero e proprio perché viene ad accogliere l’altare. Si destina quindi la Cappella Minore a diventare Coro e le sue decorazioni vengono rinnovate da un autore a noi sconosciuto.

La volta del coro è ricca di stucchi disposti a crociera; alla radice della volta troviamo delle figure ben modellate.
 La parte pittorica al centro è costituita da un ottagono dal quale si affaccia Dio e intorno altri 4 spazi a due a due simili e a curve mistilinee entro i quali sono raffigurati putti musicanti.



Sulle parete di fondo, di sinistra e di destra sono raffigurati episodi che hanno per protagonista Maria.

Nella parete di fondo, al centro dell’arco creato dalla volta si apre una finestra fiancheggiata da due sibille; il motivo poi è chiuso in basso dalla cornice di stucco, sotto cui è affrescata la  Fuga d’Egitto tra due finestre. Sotto le due finestre sono affrescati il Sogno di Giuseppe e la Chiamata dei pastori.





Nella parete di destra nel mezzo del sottarco troviamo una finta finestrella affiancata da due modiglioni, dietro cui compaiono due angioletti e uno si sporge a guardare in basso nel coro. Lo spazio racchiuso rappresenta la Presentazione al Tempio.



Sotto il cornicione è rappresentata la scena dei Pastori adoranti alla Grotta, oggi molto degradato dal suo stato originale.

Nella parete di sinistra, come in quella opposta, è raffigurata una finestrella affiancata da modiglioni con angioletti che guardano giù verso il coro. La finta finestrella incornicia Maria che abbraccia Elisabetta.

 Al di sotto è affrescata la Strage degli Innocenti, anch’esso compromesso ma in modo minore. Viene rappresentato un groviglio di figure che tentano di scappare e tentano di salvare i bambini dal cavaliere in arcione che li sovrasta; il tutto emana un senso di tragedia.

titolo:  "l’Apparizione di Cristo a Santa Teresa"
autore: Carlo Grandon
collocazione: parete di fondo della Cappella
data: 1714
L'opera fu donata al santuario del Canonico Torriani nel 1777. Il Santuario crollò nel 1837, ma venne subito riedificato sotto la direzione dell’architetto Giacomo Moraglia, così da esser nuovamente inaugurato nel 1863.
descrizione: L'opera è impostata su alcune linee: una diagonale che parte dalla mano in alto a sinistra dell'angelo, passa per il dito di Cristo e giunge fino alla testa della Santa mentre a destra l'angelo e i putti sembrano in una sezione verticale. In alto si crea una sezione orizzontale in cui troviamo dei putti, Dio e l' angelo e quindi rappresenta la dimensione divina; Cristo la indica per mostrarla a Teresa.


titolo: "Incoronazione della Vergine"
autore: Camillo Procaccini
collocazione: parete di sinistra
data: 1610
tecnica: affresco
descrizione: La composizione è simmetrica e ha come perno la Vergine, che si trova al centro in ginocchio su delle nubi corpose mentre viene incoronata da Dio Padre e Cristo; sopra di lei la colomba dello Spirito Santo illumina questo momento sacro.
In basso ai lati su due piatti si trovano anch'esse simmetricamente le teste di Pietro e Paolo, riconoscibili uno per le chiavi e l’altro per la spada. Tra queste due teste si vede un paesaggio di sera mentre nella dimensione divina le figure sono immerse in una dimensione dorata atemporale.







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